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CURARE L'EMICRANIA SENZA FARMACI
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CURARE L'EMICRANIA SENZA FARMACI
Sanihelp.it - Le terapie di tipo farmacologico sono le più utilizzate per la cura dell’emicrania, ma non sono le uniche.
Esistono anche delle vie alternative, che stanno raggiungendo una certa diffusione:
1. Agopuntura: è una delle più utilizzate, grazie alla sua provata efficacia nella profilassi dell’emicrania. La sua capacità di ridurre le crisi è elevata, e ormai è una cura sicura e consigliata.
2. Biofeedback elettromiografico e tecniche di rilassamento: il biofeedback è una terapia recente, che combina tecnologia, psicologia e antiche pratiche orientali.
Monitorando con esami specifici la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, la tensione muscolare e l'attività elettrica cerebrale, si trovano le funzioni alterate dell’organismo.
Poi si cerca di normalizzarle con un sistema di informazione a feedback: il paziente ascolta un suono di frequenza proporzionale al livello di contrazione muscolare del distretto interessato, rilevato con elettromiografia (EMG). Associando questa tecnica a metodi di rilassamento, il malato impara a ridurre l’attività elettromiografica del muscolo frontale o dei muscoli trapezi, e quindi a diminuire la frequenza degli attacchi.
3. Biofeedback termico: consiste nell’insegnare al paziente a riscaldare le mani con l’assistenza di un feedback sensoriale immediato, in modo da ottenere una vasodilatazione. Gli effetti clinici non sono significativi, ma la continuità delle sedute e la convinzione dei buoni risultati contribuiscono significativamente all’effetto antiemicranico.
4. Training di rilassamento: attraverso l’induzione del rilassamento mentale da parte di un terapista, è possibile migliorare il controllo della tensione muscolare, e quindi delle crisi di emicrania. Le tecniche più impiegate sono il rilassamento muscolare progressivo, il training autogeno e il rilassamento tramite tecniche di meditazione o tecniche di visualizzazione.
5. Ossigenoterapia iperbarica: l’ossigeno, grazie alla sua attività costrittrice sui vasi intra ed extracranici, può bloccare efficacemente gli attacchi emicranici. I risultati migliori sono riscontrati con la somministrazione di ossigeno iperbarico; si tratta però di una tecnica poco esplorata e ancora in fase di studio.
6. Ipnosi: ha una lunga tradizione, ma pochi studi controllati sulla sua efficacia. La capacità di migliorare i sintomi dell’emicrania è pari a quella del biofeedback, e può essere abbinata a una terapia cognitivo-comportamentale.
7. Manipolazione cervicale: il medico, o il fisioterapista, esegue sul paziente un movimento articolatorio della colonna vertebrale sia entro che al di fuori della sua normale oscillazione. Senza assunzione di farmaci, la riduzione della frequenza delle crisi è del 40% circa.
8. Terapia cognitivo-comportamentale: è consigliata come integrazione al trattamento farmacologico, soprattutto per bambini e adolescenti, perché permette di personalizzare la cura dell’emicrania agendo sui singoli e personali fattori trigger. In questo modo si evita l’assunzione eccessiva di analgesici: una brutta abitudine, che cronicizza l’emicrania.
9. Fototerapia: esposizione del paziente a brevi sedute di "bagni di luce", indicata per combattere i sintomi depressivi legati all’emicrania.
Fatevi consigliare su queste cure dal vostro medico, o rivolgetevi a un centro specializzato: potreste trovare un valido alleato ai vostri soliti farmaci. DA SANIHELP.IT
Esistono anche delle vie alternative, che stanno raggiungendo una certa diffusione:
1. Agopuntura: è una delle più utilizzate, grazie alla sua provata efficacia nella profilassi dell’emicrania. La sua capacità di ridurre le crisi è elevata, e ormai è una cura sicura e consigliata.
2. Biofeedback elettromiografico e tecniche di rilassamento: il biofeedback è una terapia recente, che combina tecnologia, psicologia e antiche pratiche orientali.
Monitorando con esami specifici la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, la tensione muscolare e l'attività elettrica cerebrale, si trovano le funzioni alterate dell’organismo.
Poi si cerca di normalizzarle con un sistema di informazione a feedback: il paziente ascolta un suono di frequenza proporzionale al livello di contrazione muscolare del distretto interessato, rilevato con elettromiografia (EMG). Associando questa tecnica a metodi di rilassamento, il malato impara a ridurre l’attività elettromiografica del muscolo frontale o dei muscoli trapezi, e quindi a diminuire la frequenza degli attacchi.
3. Biofeedback termico: consiste nell’insegnare al paziente a riscaldare le mani con l’assistenza di un feedback sensoriale immediato, in modo da ottenere una vasodilatazione. Gli effetti clinici non sono significativi, ma la continuità delle sedute e la convinzione dei buoni risultati contribuiscono significativamente all’effetto antiemicranico.
4. Training di rilassamento: attraverso l’induzione del rilassamento mentale da parte di un terapista, è possibile migliorare il controllo della tensione muscolare, e quindi delle crisi di emicrania. Le tecniche più impiegate sono il rilassamento muscolare progressivo, il training autogeno e il rilassamento tramite tecniche di meditazione o tecniche di visualizzazione.
5. Ossigenoterapia iperbarica: l’ossigeno, grazie alla sua attività costrittrice sui vasi intra ed extracranici, può bloccare efficacemente gli attacchi emicranici. I risultati migliori sono riscontrati con la somministrazione di ossigeno iperbarico; si tratta però di una tecnica poco esplorata e ancora in fase di studio.
6. Ipnosi: ha una lunga tradizione, ma pochi studi controllati sulla sua efficacia. La capacità di migliorare i sintomi dell’emicrania è pari a quella del biofeedback, e può essere abbinata a una terapia cognitivo-comportamentale.
7. Manipolazione cervicale: il medico, o il fisioterapista, esegue sul paziente un movimento articolatorio della colonna vertebrale sia entro che al di fuori della sua normale oscillazione. Senza assunzione di farmaci, la riduzione della frequenza delle crisi è del 40% circa.
8. Terapia cognitivo-comportamentale: è consigliata come integrazione al trattamento farmacologico, soprattutto per bambini e adolescenti, perché permette di personalizzare la cura dell’emicrania agendo sui singoli e personali fattori trigger. In questo modo si evita l’assunzione eccessiva di analgesici: una brutta abitudine, che cronicizza l’emicrania.
9. Fototerapia: esposizione del paziente a brevi sedute di "bagni di luce", indicata per combattere i sintomi depressivi legati all’emicrania.
Fatevi consigliare su queste cure dal vostro medico, o rivolgetevi a un centro specializzato: potreste trovare un valido alleato ai vostri soliti farmaci. DA SANIHELP.IT
@liu@- Admin
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Data d'iscrizione : 20.01.09
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Lun Giu 28, 2010 11:27 pm Da orchid
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